Bonajuto e Modica

L’Antica Dolceria Bonajuto negli anni è diventata sinonimo di cioccolato e ambasciatrice della cultura gastronomica siciliana nel mondo: un racconto e una visione che devono la propria unicità anche in virtù del luogo in cui Bonajuto ha radicato la propria storia imprenditoriale e umana.

Solo un uomo come Franco Ruta aveva potuto scorgere nella Modica dei primi anni ’90 un gioiello barocco che attendeva di essere portato alla luce e ammirato in tutta la sua bellezza. Ruta aveva interpretato attraverso l’Antica Dolceria e il suo amore per la cultura le potenzialità di una crescita che oggi si vede pienamente confermata dalla fama a livello internazionale raggiunta da Modica. Città oggi patrimonio dell’Unesco e meta di migliaia di visitatori che rimangono incantati dal suo fascino e dalla sua storia, stregati dai paesaggi d’altri tempi e deliziati dalla sua gastronomia.

Legato al proprio territorio da radici profonde, amante del bello e del sapere, appassionato ma allo stesso tempo critico lucido di una città piena di contraddizioni ma non per questo meno affascinante quale Modica, Franco Ruta è stato innanzitutto un instancabile fotografo del paesaggio siciliano e dell’animo umano.

Immagini delle campagne e della costa modicana, figure delle festività e scatti “rubati” al quotidiano di una città ritrosa. E poi immagini che raccontano la Pasqua e la festa di San Pietro così come venivano vissute a Modica qualche decennio fa, la solennità di un rito religioso ma anche – e forse, soprattutto – la gioia e il candore del culto popolare.

E ancora Cartellone, antico ghetto ebraico e poi quartiere autenticamente popolare con casette scavate nella roccia spesso straripanti di povertà e vita.

Un luogo a cui la famiglia Bonajuto è stata sempre strettamente legata, con la Dolceria che ancora oggi funge quasi da varco ad una delle scalinate di accesso al vecchio quartiere arrampicato sul fianco della collina. Cartellone come luogo dell’anima, sede di innumerevoli vicende e saghe familiari che hanno riempito il secondo dopoguerra modicano di splendide storie.

I legami di Bonajuto con Modica non si esauriscono con la geografia della città, ma si intrecciano con gli altri personaggi che hanno segnato il panorama culturale costituendo talora una voce critica rispetto alla società cittadina dei decenni passati e dei quali l’Antica Dolceria Bonajuto ha curato l’edizione di opere che raccontano pezzi di città, autori che molto hanno reso della Contea e concretamente hanno condiviso e costruito insieme.

Parliamo fra i tanti di Franco Antonio e Duccio Belgiorno, celebri fratelli protagonisti della vita culturale modicana, e di Raffaele Poidomani, scrittore di cui Franco Ruta ha sempre celebrato il grande talento e la stravagante personalità. Lo scrittore e giornalista Franco Antonio Belgiorno ad esempio dedicherà al caffè “ra Bonajutu” molte pagine della sua opera letteraria e dei suoi articoli magnificandone i dolci ma soprattutto il cioccolato dal sapore “terragno” preparato “con gestualità antica”.

Indimenticabile poi “Il biscotto di legno”, racconto in cui Raffaele Poidomani narra le vicende del fantomatico Marchese del Burgio

Un nobile decaduto che per mantenere la “dignità aristocratica” finge di mangiare ogni giorno un biscotto di legno davanti alla finestra spalancata sullo struscio cittadino e quasi sviene per la felicità quando si vede recapitare un giorno i “berlingozzi” e la cioccolata calda da quel cuore grande che era Don Ciccio Bonajuto.

Il Quadrato della Palma

Il legame dell’Antica Dolceria Bonajuto e di Franco Ruta con la città si rivela, infine, anche nel mitico spazio del “Quadrato della Palma”.

In una città in cui abbondano i circoli culturali e letterari, il “Quadrato” rappresenta un luogo immaginario e immaginato, letterario e reale insieme, una piazzetta sita proprio di fronte al vicolo della Dolceria con il suo libraio storico ed amico Francesco Trombadore che molto custodisce di queste storie emozionanti e ricche di vita.