La Famiglia Bonajuto

Sei generazioni di artigiani dolcieri

1750 / i Bonajuto a Modica

Con oltre 150 anni di vita la Dolceria Bonajuto è la più antica fabbrica di cioccolato di Sicilia ancora in attività e una delle più antiche d’Italia. Le radici della famiglia Bonajuto affondano nel tessuto sociale e culturale di un centro, “piccola capitale” e nucleo vitale di una contea tra le più importanti del Regno di Sicilia: Modica, città nella quale si stabilisce il notaio Vincenzo Bonajuto dopo il suo matrimonio con una giovane donna del luogo. Figlio dell’architetto Natale Bonajuto, Vincenzo ricopre diversi incarichi amministrativi fino a diventare Procuratore della Contea presso la corte palermitana.

Cartolina di Modica della seconda metà ‘800

1820 / i Signori della neve

Vincenzo muore a Palermo lasciando dieci figli.

La scomparsa prematura del padre spingerà il figlio Francesco Ignazio ad investire i capitali provenienti dalla professione paterna in una serie di attività commerciali. Abile imprenditore, Francesco Ignazio aggiungerà al rischioso, per quanto redditizio, commercio della neve altre fonti di guadagno più sicure con l’apertura di un’aromateria, una merceria e una gelateria-sorbetteria. Francesco Ignazio, oltre a vendere spezie di ogni tipo, cacao, agrumi in salamoia, “coloniali” e dolciumi possedeva anche un “fattojo del ciccolatte”, un luogo impiegato nella produzione del cioccolato che gli consentiva di controllare l’intera filiera: dalle fave di cacao, alla pasta amara, al prodotto finito.

1854 / il fattojo del ciccolatte

Alla morte di Francesco Ignazio il "fattojo del ciccolatte con tutti gli ordegni ad esso pertinenti" viene ereditato dal figlio Federico. Federico decide di abbandonare progressivamente gli investimenti più rischiosi concentrandosi sulle attività di cioccolatiere e gelatiere: i commerci rifioriscono e Federico può lasciare un’attività vivace e dinamica nelle mani del figlio Francesco.

Particolare del testamento

1880 / Gli ideali di un grande uomo

Intelligenza poliedrica, ideali e finissimo intuito imprenditoriale caratterizzano la figura di Francesco Bonajuto, il quale cambierà definitivamente immagine all’azienda gettando le solide basi su cui poggia ancora oggi l’Antica Dolceria Bonajuto.

Nel 1880 Francesco inaugura la ditta "F. Bonajuto" nel Corso Umberto I di Modica stravolgendo l’attività paterna.

L’aromateria e la merceria scompaiono lasciando spazio a un laboratorio di produzione dolciaria mentre il vecchio locale di vendita si trasforma in un elegante caffè che ben presto diventerà punto di riferimento della vita cittadina. Don Ciccio, com’era familiarmente chiamato, incarna una nuova figura di imprenditore attenta alle sfide della modernità: amplia l’offerta produttiva, investe nella formazione del personale, acquista spazi pubblicitari sulle testate locali, meccanizza alcune fasi della lavorazione del cioccolato e ne raffina ulteriormente la produzione.

Grazie all’instancabile attività di perfezionamento del prodotto Francesco porterà il suo cioccolato agli onori delle cronache ottenendo la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale Agricola Industriale di Roma (1911).

Ma Francesco non era soltanto un imprenditore dinamico. Filantropo e di buon cuore, don Ciccio accoglie in casa una bambina proveniente da una famiglia poverissima che sarà amata come una figlia e successivamente adottata: Rosa Roccaro. Ed è grazie alla piccola Rusidda che il destino dei Bonajuto incontra quello dei Ruta.

Rosa, Carmelo Ruta e Carmela Di Martino

1932 /
Andare dalla Bonajuto, ovvero l’istituzione del gusto cittadino

Alla morte di Francesco la moglie Carmela Di Martino prende il controllo dell’azienda. Ad aiutarla in questa fase delicata è il fidanzato di Rosa nonché uno dei più validi e fidati collaboratori di don Ciccio: Carmelo Ruta. Nel passaggio da una generazione e da una famiglia all’altra il carattere artigianale dell’azienda e i metodi di lavorazione rimangono immutati.

Toccherà pertanto a Carmelo Ruta e alla moglie Rosa l’arduo compito di traghettare l’azienda e i suoi ideali negli anni del dopoguerra e del boom economico, caratterizzati dalla ripresa dei consumi ma anche dalla progressiva scomparsa dell’artigianato di settore.

1992 / l'Ambasciatore e il Mago

Alla morte di Carmelo il figlio Franco e il nipote Pierpaolo subentrano nella gestione della Dolceria avviando un rivoluzionario processo di recupero culturale delle antiche ricette iblee e soprattutto del cioccolato a freddo, vero e proprio “fossile” gastronomico che sembrava destinato a scomparire.

Da un “piccolo sogno folle” è nata una scommessa imprenditoriale, un paziente lavoro di ricerca storica, gastronomica e scientifica nonché un’accurata divulgazione dei risultati raggiunti: Franco Ruta innesca per primo il boom dell’oro nero modicano diventando ben presto l’ambasciatore del "Cioccolato di Modica"* e uno dei volti più noti dai gourmet di tutto il mondo.


*Dal 2018 la denominazione “Cioccolato di Modica” è esclusivamente riservata al prodotto IGP, Antica Dolceria Bonajuto dopo attenta riflessione ha deciso di non aderire al regime di controlli pertanto il cioccolato da noi prodotto non può più essere definito “di Modica”. Per approfondimenti clicca qui

#BonajutoLab

Se la tradizione è uno dei pilastri di Bonajuto, l'innovazione e la ricerca sono strumenti altrettanto importanti che caratterizzano da sempre lo spirito della Dolceria.

Sapere da dove si viene per sapere dove si vuole andare, è questo l'approccio che porta alla creazione di nuovi ed unici prodotti Bonajuto oltre a collaborazioni con partner nei settori più vari, dalla moda alla musica e la tecnologia.