SICILIANS. LA STORIA SI RIPETE
Sicilians. La Storia si ripete è il nuovo lavoro del fotografo Simone Aprile che sarà visitabile dal 18 aprile (inaugurazione ore 19) al 5 maggio (tutti i giorni dalle 16 alle 20) presso il Convento del Carmine, Modica. Simone Aprile, siracusano d’origine, dopo il diploma all’Istituto Riccardo Bauer e numerose esperienze milanesi, è tornato al Sud per fondare a Modica Lab House, uno studio-atelier d’avanguardia nell’ambito del quale ha già sviluppato numerosi progetti fotografici orientati alla narrazione culturale della Sicilia e dei suoi cambiamenti. Tra questi ‘Nzuliddu progetto che – come per Sicilians – abbiamo sostenuto perché racconta uno spaccato del nostro territorio in maniera densa e poetica al contempo.
Con Sicilians. La Storia si ripete Simone allarga lo sguardo cercando nei i volti dei protagonisti il tratto comune della nostra isola: la diversità. Nella nota che accompagna il lavoro, a cura di Isabella Colombo si legge che “Questo progetto è una riflessione sull’identità dei siciliani, un concetto che in un tale scenario di contaminazioni culturali e somatiche perde ogni criterio di classificazione, diventa inafferrabile e per questo affascinante. Chi può dirsi davvero siciliano? I ritratti delle persone qui in mostra, che a loro memoria sono siciliani da sempre e per questo motivo hanno un forte senso di appartenenza alla loro terra, mostrano in realtà, in ogni singolo tratto somatico, quante culture siano passate in Sicilia. Ogni volto, ogni ruga, ogni sorriso, ogni sfumatura non sono altro che la mappatura di un viaggio che dura da millenni. Perché i siciliani sono in realtà un insieme di popolazioni che, per diversi motivi, è in continua migrazione. Questa consapevolezza è basilare per poter accogliere e accettare persone di culture e provenienze diverse dalle nostre. […] Sì, la storia si ripete. E dimostra come l’identità siciliana si fondi più sul senso di appartenenza che su quello di origine. E il senso di appartenenza nasce dall’accoglienza. Un tema di forte attualità che rimette in moto il corso della storia e il significato stesso di identità. Senza un processo di accoglienza e appartenenza le origini finirebbero per influire ben poco sull’identità di queste persone.”